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Archive for the ‘Cucina’ Category

Caffé: Quanti al Giorno?

11 ottobre 2010 Lascia un commento

Bere il caffè: una tradizione per noi italiani, ma un costume radicato, ormai, anche in altre culture che ne apprezzano aroma e gusto dopo i pasti. Ma quanti caffè possiamo bere al giorno? Ve lo siete mai chiesto?

E voi, quanto siete amanti del caffè “da 1 a 10”? O meglio, sarebbe il caso di dire: “quanti caffè bevete al giorno?” Una vera e propria querelle quella che ruota attorno al numero di caffè che si possono bere, alla natura del caffè, e al suo effetto sulla salute!
A dimostrazione delle diverse teorie che circolano attorno al caffè vi sono le tante ricerche medico-scientifiche, che ne decantano ora la natura benefica grazie al potere antiossidante della caffeina, ora invece i rischi associati proprio alla troppa caffeina.

Per gli amanti del caffè la questione apre scenari interessanti, l’indagine è di sicuro interesse, ma anche per chi non ne fa abuso può essere utile conoscere gli effetti della caffeina sull’organismo, perché se davvero il caffè è ottima fonte di antiossidanti allora, oltre al piacere di berlo, ne gioveranno anche la nostra salute e… la nostra bellezza. E’ anche vero però che il caffè, come ogni altra sostanza, se abusata può avere delle conseguenze sul nostro organismo.

Uno, due, tre… quanti caffè al giorno?!
I pareri sugli effetti del caffè e della caffeina sono discordanti. In ogni caso l’abuso è sempre sbagliato e prendere troppi caffè al giorno può diventare problematico per la salute. Vediamo di seguito gli effetti negativi del caffè, se preso oltre misura.

Oltre i 10mg/kg al giorno): a digiuno la caffeina può causare bruciori ed acidità di stomaco, esofagite e reflusso gastroesofageo. Può causare tachicardia, ipertensione e aritmie. Può avere effetti ansiogeni, provocare tremori, insonnia ed eccitabilità. Può ridurre l’assorbimento di calcio e ferro e favorire anemia e osteoporosi.
Gli effetti positivi della caffeina, se assunta per una quantità pari a 4mg/kg al giorno sono: effetto digestivo (perché stimola la secrezione gastrica). Se preso entro questi limiti, rallenta la frequenza cardiaca, provoca dilatazione coronarica e broncodilatazione; il caffè può migliorare condizioni allergiche ed asmatiche.
La caffeina ha effetti migliorativi anche dell’attività psicomotoria, delle prestazioni atletiche, dell’umore e della resistenza alla fatica. Inoltre possiamo dire, in ultima ma non meno importante analisi, che gli effetti del caffè sono legati alla predisposizione genetica. In pratica dipende da individuo a individuo. Proprio così… Alcune persone riescono a metabolizzare la caffeina più rapidamente mentre altre no! A quanto pare questa differenza ha a che vedere con la predisposizione genetica nei confronti della capacità o meno di assorbire e metabolizzare alcune sostanze.
Possiamo dire però di conoscere il nostro organismo? Di saperlo ascoltare? Se stiamo male a causa di qualche sostanza, sappiamo capirlo? Dovremmo! Dovremmo imparare ad “osservarci” di più. E a parte ciò, un po’ di sano buon senso certo non guasta! Manteniamo la moderazione per godere e apprezzare il piacere delle cose…da mangiare e da bere!

Gli effetti del caffè
Alcuni studi dimostrano che bere caffè (o altre bevande che contengono caffeina) migliori la concentrazione e la prestazione della memoria dichiarativa, come anche la rapidità sul lavoro. La caffeina sembra infatti stimolare l’attività del cervello, rendendo il lavoro più efficiente. Tuttavia la caffeina non è un semplice stimolante e agisce in maniera diversa a seconda delle persone. La scienza, ad oggi, ha raggiunto delle evidenze sul rapporto tra attività cerebrale e caffeina. L’attività dei nostri neuroni è regolata dalla produzione dell’adenosina, quando i livelli di adenosina nel cervello e nel midollo spinale raggiungono certi valori, il corpo richiede il sonno o comunque di rallentare le attività. E’ in questo momento che la caffeina, che il nostro organismo confonde con l’adenosina, agisce come stimolante.
Anche per l’attività fisica, i rapporti mostrano che bere caffè ed altre bevande contenenti caffeina prima delle gare può aiutare a migliorare le prestazioni complessive. Questa piccola scossa di energia aiuta i muscoli ad eseguire l’esercizio in modo più efficiente, consentendo loro di utilizzare il glucosio e di altri combustibili più facilmente.

La caffeina
Cosa sappiamo su questa sostanza? Intanto possiamo dire che in un caffè vi sono circa 90/100 mg di caffeina e che questa agisce in maniera diversa a seconda delle persone. Inoltre la dipendenza dalla caffeina è rapportata alla quantità che assumiamo. Più ne assumiamo, più il nostro corpo e la nostra mente alzano la soglia di tolleranza di questa sostanza. Addirittura per chi non ne beve per qualche giorno possono manifestarsi mal di testa, nausea, depressione, stanchezza, irritabilità, vomito. In realtà poi c’è da dire che l’effetto della caffeina, man mano che si crea la dipendenza, tende a svanire e non ci dà quella carica e stimolo di cui soprattutto al mattino abbiamo bisogno! Quello che fa la caffeina non è infatti accelerare le nostre attività cerebrali, ma impedire al cervello di rallentarle. E questi effetti cambiano – per durata e intensità – da persona a persona, a seconda della genetica, dei fattori fisiologici, della tolleranza e anche delle nostre abitudini.

Articolo preso da Yahoo Ricette LifeStyle.

Dopo la mozzarella blu arriva la bresaola fosforescente

10 ottobre 2010 Lascia un commento

Dopo la mozzarella blu, arriva la bresaola fosforescente. Se l`è trovata fra le mani una signora di Cortenova, in provincia di Lecco che l`aveva appena acquistata in un discount. La confezione era ben sigillata e la scadenza lontana. Tutto regolare, a parte il fatto che la carne era fosforescente. Sono in corso verifiche da parte dell`Asl. Lo rende noto la Coldiretti.

La gran parte delle bresaole italiane viene realizzata in Lombardia con carni di zebù che arrivano dal Brasile, senza indicazione in etichetta. Ogni anno ne vengono lavorate 17mila tonnellate, pari a oltre 6 milioni di pezzi. La maggior parte viene prodotta a livello industriale, mentre in Valtellina resistono alcuni produttori che usano invece gli animali allevati nelle valli lombarde. Il ritrovamento della bresaola fosforescente arriva dopo lo scandalo della mozzarella blu di origine tedesca ma venduta come italiana e mentre alla Camera è stato appena approvato con il sostegno della Coldiretti il provvedimento che impone l`obbligo di indicazione di origine sulle etichette dei prodotti agroalimentari.

Articolo preso da 100Igiene.

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I Dieci Ingredienti più costosi del Mondo

8 ottobre 2010 Lascia un commento

Ci sono cibi che sono una vera delizia, che sorprendono per il loro sapore e per la loro rarità. Ma si sa che più un cibo è raro, più è costoso. Vediamo allora quali sono gli ingredienti più costosi del mondo. In caso di vincita al Superenalotto bisogna anche imparare a cucinare con gli ingredienti giusti

Caviale Beluga
Le uova di storione selvatico sono vendute in preziosissime e piccole quantità. Infatti il costo si aggira intorno ai 4.000 € al chilo, fino ad arrivare a prezzi da capogiro (37.000 € circa) per le specie più pregiare. Parliamo di un particolare tipo di caviale beluga, ricavato dagli storioni del Mar Caspio di più di 100 anni di età. Un caviale bianco, come i diamanti. Ottimo da spalmare sui blinis, si può anche gustare direttamente dalla confezione.

Caffè Kopi Luwak
Il caffè più costoso e più raro del mondo è il Kopi Luwak. Originario dell’Indonesia, viene prodotto in quantità bassissime per la particolarità della lavorazione dei chicchi. Questi vengono raccolti da terra nelle piantagioni di caffé, dopo essere stati mangiati, digeriti ed “espulsi” (ebbene sì) da un piccolo marsupiale chiamato appunto Luwak, che si ciba solo dei migliori frutti delle piante di caffé. La fermentazione che avviene durante la digestione, conferisce al caffé un gusto corposo e quasi liquoroso, con sentori di erbe aromatiche e confettura d’arance. Un lusso da 500 € al chilo.

Il tartufo bianco d’Alba
Nascosto nei territori delle Langhe e del Monferrato, il tartufo bianco di Alba e Asti è uno dei cibi più pregiati, tanto che Gioacchino Rossini, lo definì il “Mozart dei funghi”. Il prezzo oscilla dai 189 € fino a toccare la vetta dei 6000 € al chilo. Il suo gusto tutto particolare arricchisce le prepazazioni a base di uova, pasta, carni e perfino la pizza.

Pesce Palla o Fugu
Il pesce palla è conosciuto al mondo come uno dei pesci più velenosi. Allora come ha fatto a diventare uno più prelibati cibi tipici della cucina giapponese? Una particolare e difficile tecnica consente di consumare la sua carne senza avvelenarsi. Gli chef in grado di lavorarlo non sono molti e la vendita è soggetta a divieto in Europa. Mangiare un piccolo piatto a base di fugu può costare intorno ai 65 €, fino ad arrivare a cifre più elevate. Lo chef Mukoujima Hashimoto prepara un ottimo porridge con il pesce palla, ma si può mangiare anche in carpaccio, servito con una salsa a base di succo di agrumi e salsa di soia.

Zafferano
Lo zafferano sembrerebbe ormai diffuso e alla portata di tutti, ma gli stami freschi del Crocus sativus, arrivano a costare circa 800 e al chilo, anche se le quantità di zafferano utilizzate per ogni portata sono notevolmente minori. Per gustare il suo sapore e arricchiere i piatti di colore, lo zafferano va sciolto in poca acqua tiepida. Ad esempio, per la paella, si può utilizzare l’acqua di cottura del riso.

Tonno rosso
Il tonno rosso è diventato ormai un pesce in via d’estizione e molte associazioni si stanno battendo per il divieto di pesca di questa varietà di tonno. Se nelle acque europee le restizioni sono molto elevate, in Giappone continua a essere consumato, servito come sashimi. Nel gennaio 2010, la BBC ha dato la notizia di un tonno rosso di 232 kg. venduto alla cifra esorbitante di 175.000 dollari.

Patata Bonette
La patata più costoso al mondo è francese, la Bonnotte. Ogni anno vengono coltivate e raccolte solo 100 tonnellate di questa patata di alta qualità, che cresce solo nell’isola di Noirmoutier. I campi di patate richiedono di essere concimati solo con alghe che crescono in questo particolare clima marittimo. Il costo di un solo chilogrammo può arrivare fino a 500 €.

Kobe o manzo Wagyu
La carne di manzo Kobe proviene dai bovini di varietà Wagyu, allevati e macellati nella zona di Kobe in Giappone. Questo tipo di carne è caratterizzata dall’elevato numero di venature di grasso presenti nella carne, che la rendono particolarmente tenera da mangiare. Famoso è il panino realizzata con questa carne da Burger King al prezzo di 85 sterline.

Tè verde matcha
Solitamente venduto in piccoli barattoli 100g o meno, il tè verde matcha viene venduto macinato in modo molto sottile. Dotato di un alto contenuto di antiossidanti e di caffeina, può essere utilizzato nelle preparazioni di cibi, di bevande calde o per aromatizzare gelati e dolci. Il costo si aggira attorno ai 120-150 € al chilo.

Foglia oro commestibile
Per chi vuole sentirsi veramente prezioso, anche a pranzo, esiste la foglia d’oro commestibile. Composta da oro 23 carati, è stata autorizzata come additivo alimentare dall’Unione Europea e si usa sia in polvere che in foglia, da sciogliere sui piatti caldi. L’oro commestibile viene utilizzato anche per la decorazione di cocktail, sia sulle preparazioni dolci che salate. Il prezzo? Circa 20 € per 150 milligrammi!
Le ricette per provare questi e tanti altri gustosi ingredienti le trovate tutti nel cerca-ricette di Alice!

Articolo preso da it.ricette.lifestyle.yahoo.net

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Cucina: Attenzione al Pesce Crudo

4 ottobre 2010 1 commento

Negli ultimi anni il consumo di pesce crudo è notevolmente aumentato.

Oltre ai piatti tipici del mediterraneo, come ostriche, alici, tonno salmone e pesce spada marinati, si sono aggiunti quelli della tradizione orientale come sushi e sashimi.

Nel consumare pesce crudo bisogna però stare particolarmente attenti; come spiega il Dott. Bruno Lontani, Direttore dell’Unità operativa Igiene degli Alimenti di Origine Animale dell’Ausl di Cesena, infatti il pesce crudo espone il consumatore al rischio di contrarre patologia legate all’ingestione di parassiti vivi.

Il rischio maggiore è rappresentato da Anisakis, piccoli vermi lunghi appena 1 o 2 cm, che possono trovarsi nell’intestino, nella cavità contenente le viscere e, a volte, nella muscolatura di pesci e molluschi come seppie, calamari ecc…

Nell’uomo questo parassita può causare dolori addominali, diarrea, nausa e vomito.

L’eviscerazione del pesce può scongiurare il problema, ammesso che il parassita non sia insediato nella parete muscolare.

Infatti l’Anisakis è molto resistente agli acidi come aceto e limone ma di contro è molto sensibile alla cottura e al congelamento.

Per evitare spiacevoli inconvenienti il consiglio è quello di cuocere sempre il pesce almeno per 10 minuti ad una temperatura superiore a 60 gradi oppure conservarlo in freezer almeno 24 ore a -20 gradi.

Oltre a questo è sempre molto importante, quando si acquista pesce fresco, controllare l’occhio, che deve essere convesso, e le squame e la pelle che devono presentarsi brillanti.

Per quanto riguarda i ristoranti, la legge italiana, impone a chi serve pesce crudo di congelarlo precedentemente per almeno 24 ore.

Quindi è molto importante per la nostra salute prestare molta attenzione a ciò che si mangia e si acquista.

Ho voluto riportare questo articolo (preso da 100igiene) dopo che, pranzando in un ristorante di pesce ho avuto seriamente paura di mangiare le Alici Marinate (un pesce crudo).