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Posts Tagged ‘Sport’

Arrestato il Capo Ultrà Serbo

13 ottobre 2010 Lascia un commento

E’ stato arrestato alle tre del mattino Ivan Bogdanov, 29 anni, capo degli ultrà serbi (e della Stella Rossa), quello che ieri sera a Marassi era seduto sulla balaustra. Da lì bruciava bandiere albanesi e lanciava grida di battaglia.

La polizia lo ha trovato nascosto nel vano motore del pullman dei tifosi serbi che stava facendo rientro a Belgrado. E’ stato riconosciuto per la data incisa sull’avambraccio: 1389.

Su quella data, l’amico e collega Marco Braghieri ha, nottetempo, scritto queste considerazioni:

1389. Un numero, un tatuaggio. Il serbo che si è arrampicato sulla recinzione del Luigi Ferraris lo porta su un braccio. Ha un passamontagna da cui spuntano gli occhi azzurri, taglia la rete con una cesoia. Incita quelli che lo guardano, dagli spalti. Ma cosa significa 1389? È una data, una di quelle che i serbi considerano centrali nella loro storia. La data della battaglia della Piana dei Merli. Regno di Serbia da una parte, sultanato dei Turchi dall’altra. La sconfitta porterà, settanta anni dopo, alla dissoluzione dell’impero di Stefano Uros V. Praticamente tutta la nobiltà serba verrà uccisa.

Duijzings, in Religione e politica dell’identità del Kosovo, scriverà “la maggior parte della storiografia serba sostiene che dalla Battaglia del Kosovo i Serbi hanno subito centinaia di anni di oppressione da parte dell’impero Musulmano”. Per il vescovo Amfilochije Radovic, metropolita del Montenegro fu “il Golgota del popolo serbo… la perdita del regno terrestre, transeunte e conquista dell’eterno regno celeste”.

E davanti a centinaia di migliaia di persone, il 28 giugno 1989, il neo presidente serbo Slobodan Milosevic, pronunciò un discorso, proprio dalla Piana dei Merli, per il seicentesimo anniversario della battaglia. Iniziava così: “La Serbia, dopo molti anni, dopo molte decadi, ha riottenuto la sua integrità statale, nazionale, e spirituale”. Un’unità ottenuta togliendo al Kosovo l’autonomia concessa nel 1974. Era l’inizio del nazionalismo serbo, di quella che poi sarebbe stata la guerra jugoslava. Quasi un anno più tardi, il 13 maggio 1990, si doveva giocare Dinamo Zagabria contro Stella Rossa di Belgrado. La partita non fu mai disputata, a causa di scontri fra le tifoserie. “Jugoslavia, calcio violento” titolava Repubblica. A venti anni di distanza, la serata di Genova. Con i serbi incitati da un ultrà col 1389 tatuato sul braccio.

Non è un particolare.

Sul 1389 consiglio la lettura di “Tre canti funebri per il Kosovo” di Ismail Kadaré. Penso lascerebbe a bocca aperta anche Ivan (il terribile).

Preso da andreariscassi.

Genova, gli scontri fuori lo stadio dopo Italia-Serbia: Video e Foto

13 ottobre 2010 5 commenti

Notte di guerriglia urbana a Genova: le forze dell’ordine sono state costrette a scontri anche corpo a corpo con ultras serbi al Ferraris. Almeno 16 i feriti dopo gli incidenti che hanno impedito che si giocasse Italia-Serbia, valida per la qualificazione agli Europei di calcio 2012. Una decina le persone fermate. I tifosi serbi in attesa di lasciare Marassi hanno sfondato un cancello della gabbia di prefiltraggio: la polizia e’ entrata per contenere la violenza e si e’ scatenato l’inferno.

Ecco tutti i video del dopo Italia-Serbia.

Immagini Varie

Articolo presa da Ansa.it

Italia-Serbia: momenti di tensione a Genova

12 ottobre 2010 2 commenti

La polizia presidia la gabbia vicina alla Nord, dove i tifosi serbi con fumogeni e passamontagna hanno tirato in campo di tutto.

Le squadre sono rientrate negli spogliatoi prima del fischio d’inizio.Nessun ferito.

I circa 1.600 ultras della Serbia sono confinati nel settore ospiti, in una vera e propria `gabbia´. A dieci minuti dal fischio d’inizio della partita, valida per la qualificazione a Euro 2012, è cominciato un lancio di fumogeni prima verso l’adiacente gradinata nord, riempita da sostenitori dell’Italia. Il lancio è proseguito verso il campo, nonostante l’intervento dei vigili del fuoco, ed è stato accompagnato anche dall’esplosione di una bomba carta. Al momento la polizia, in assetto antisommossa, è schierata a bordo campo al di là della recinzione che circonda i tifosi stranieri, e un’idrante è stato aperto verso di loro. Gli agenti della Digos stanno convincendo una decina di ultras, che hanno sollevato la rete della `gabbia´ e sono appollaiati sulla recinzione, a scendere e tornare seduti. Dalla gradinata nord sono partiti cori «zingari, zingari di m.». Le squadre sono entrate in campo, ma la partita non poteva cominciare e, per consentire l’intervento della polizia, le squadre sono state fatte rientrare negli spogliatoi.

A quanto pare i tifosi serbi non vorrebbero far giocare l’incontro come ritorsione dopo la sconfitta con l’Estonia. I più facinorosi avevano aggredito il portiere.

LA SITUAZIONE ALLE 20

Nel pomeriggio alcuni gruppi di tifosi della Serbia, oggi a Genova per la partita con l’Italia, stanno infastidendo i passanti nel centro di Genova, fra piazza De Ferrari, via Venti Settembre, via Garibaldi e piazza Matteotti.

In particolare, fra De Ferrari e via Venti, circa 300 persone hanno incominciato a lanciare bottiglie di vetro in aria e a scrivere sugli autobus con alcune bombolette spray: quando uno di loro è stato fermato dalle forze dell’ordine, tutti gli altri hanno reagito, arrivando quasi allo scontro con alcuni carabinieri, agenti della squadra Mobile e personale della Digos.

Intorno alla fontana c’è un vero “tappeto” di cocci di bottiglia e si respira fumo acre, causato dai molti fumogeni che sono stati accesi.

Il momento di maggiore tensione si è registrato davanti alla Fnac in via Venti Settembre. Alcuni tifosi serbi nel mezzo del corteo spontaneo hanno aggredito un auto della Digos danneggiandola. Sul posto sono è intervenuto personale del reparto mobile della polizia e del battaglione dei carabinieri, che ha caricato i tifosi slavi riportando l’ordine. Tutto questo davanti a decine di passanti in fuga e commercianti costretti a chiudere in fretta e furia i negozi. Poco prima una settantina di questi tifosi si era staccata dal gruppo ed era andata a contestare la Nazionale serba, reduce dalla sconfitta in casa contro l’Estonia per 3-1 nell’incontro di venerdì, nei pressi dell’hotel Savoia nella zona di Principe dove alloggiava il team allenato da Petrovic. I tifosi serbi avevano lanciato oggetti ed un fumogeno era finito all’interno del pullman dei giocatori. Nessun calciatore o membro dello staff è rimasto ferito. Ora i tifosi si trovano all’interno dello stadio e la situazione sembra essere tornata alla normalità. Al momento non si registrano feriti o contusi e la Digos sta vagliando la posizione di alcuni tifosi coinvolti negli scontri.

Intorno alle 19, i tifosi si sono mosso a piedi in direzione dello stadio di Marassi. Qui la polizia ha accompagnato la tifoserie ospite, ma ben presto la curva occupata dai serbi è diventata una bolgia, con fumogeni e personaggi in passamontagna intenti a distruggere le recinzioni in modo da poter lanciare razzi indisturbati. Al momento non si registrano feriti, mentre ci sarebbe un fermato.

Articolo preso da ilsecoloxix.

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Il calcio d’angolo più disastroso di sempre

12 ottobre 2010 1 commento

La partita è quella disputata venerdì scorso tra Irlanda del Nord e Italia, giocata a Belfast e pareggiata 0-0 dagli azzurri.

Al 36′ del primo tempo i nordirlandesi usufruiscono di un calcio d’angolo del quale si incarica Steve Davis, esterno destro 25enne che gioca in Scozia con i Rangers Glasgow.

Il destro è il suo piede, ed è lui l’incaricato di battere corner o calci di punizioni dal vertice destro offensivo del campo. Ma stavolta esagera con la fiducia: e accelera i tempi della battuta.

Davis finisce per colpire con un calcio prima la bandierina e poi il pallone che termina oltre la linea di fondo. Il che scatena anche una piccola polemica tra i giocatori e l’arbitro con i nordirlandesi che chiedono di ribattere il corner e gli azzurri che vogliono invece la rimessa dal fondo. Hanno ragione gli azzurri. La palla si muove, in un modo o nell’altro, e dunque viene rimessa in gioco regolarmente. Anche se in modo pessimo.

Possiamo votarlo uno dei corner peggiori di sempre? Probabilmente sì…

Articolo preso da yahoo Eurosport.

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Inter-Juventus 0-0: Tante emozioni, ma zero gol a San Siro

3 ottobre 2010 2 commenti

Partita vibrante e piena di emozioni, quella disputata tra Inter e Juventus a San Siro: il posticipo della 6a giornata di A regala tante occasioni da rete ma finisce 0-0, e i nerazzurri perdono la testa della classifica, che rimane alla Lazio

L’Inter e la Juventus pareggiano 0-0 una partita non molto diversa da quella vista sabato scorso all’Olimpico: allora all’Inter era andata peggio. Un punto può essere quasi considerato una soddisfazione se si pensa alla sconfitta arrivata al 94’ al termine di una gara discreta. Non è molto migliore quella contro una Juve tonica, muscolare, molto attenta ed estremamente determinata. Di questi tempi, a fronte di infortuni, acciacchi e di qualche giocatore non esattamente in condizione, anche uno 0-0 può bastare alla squadra nerazzurra, inutile fare gli schizzinosi.

Non è certamente schizzinosa la Juventus che fa di questo pareggio un ulteriore tassello sulla strada verso la ricerca di sé.

La partita offre un giallo prima ancora di cominciare: Muntari, convocato tra i 20 a disposizione di Benitez, finisce in tribuna insieme al terzo portiere Orlandoni. Solo che Muntari non la prende bene: arriva allo stadio insieme alla squadra, proveniente dal ritiro, e se ne va, palesemente contrariato dalla decisione di Benitez.

Milito, rientrante da un acciacco, e per nulla contrariato, se ne va invece in panchina, lasciando Eto’o libero di svariare sul fronte offensivo. Ma di palloni ne arrivano pochi in una gara molto fisica e che la Juventus interpreta con maggiore aggressività fin dai primi minuti. Feroce pressing sui portatori di palla avversari e ogni tanto qualche intervento robusto. Ai nerazzurri i giochini in possesso palla, rapidi e belli, che si erano visti contro il Werder, stavolta non sono consentiti: al secondo passaggio il portatore di palla ha due avversari addosso, a volte tre. Trovare l’uomo smarcato è difficilissimo mentre Stankovic, Cambiasso e Sneijder stavolta faticano molto anche a dettare qualche passaggio. Coutinho, ancora una volta responsabilizzato dalla scelta iniziale di Benitez, fatica molto a inserirsi nel gioco: i tackle volano alti e il profilo del brasilianino è per contro bassino. Per cui, esaurita l’iniziale pressione nerazzurra, che offre una collezione di calci d’angolo, una punizione di Sneijder (respinta) e per la verità poco altro, si vedono anche i bianconeri.

La Juventus si affida quasi esclusivamente a Krasic: quando il serbo decide di presentarsi con maggiore incisività sulla destra, per l’Inter iniziano i problemi. Un primo tiro, al 22’; poi un affondo devastante che mette Iaquinta davanti alla porta. Una provvidenziale leggera deviazione mette il pallone in corner, e manda fuori giri la spaccata dell’attaccante. E’ il momento migliore della Juventus che trova diversi corner e costringe l’Inter alle corde prima che la supremazia bianconera porti anche a un gol: il solito allungo di Krasic rimette Iaquinta davanti alla porta, ma in fuorigioco. Tempestivo lo sbandieramento di Maggiani, giusto l’annullamento da parte di Banti.

Biabiany si fa male, ed è costretto al cambio: Benitez decide di trasformare un problema in una possibile soluzione. E anziché inserire Santon, o Mancini, evitando di stravolgere la squadra, mette Milito. Eto’o torna ad allontanarsi dalla zona di tiro ma la squadra si sveglia anche perché l’argentino si dimostra fin da subito motivatissimo. Ed Eto’o lo cerca con insistenza: prima una combinazione tra i due viene respinta a fatica dalla difesa ospite, poi è proprio il principe a mettere sul fondo un’eccellente occasione su appoggio del numero nove allo scadere del primo tempo.

In avvio di ripresa Delneri e Benitez fanno il tagliando alla difesa inserendo rispettivamente Motta per De Ceglie e Santon per Cordoba: i ritmi restano alti, le maglie serrate.

Eto’o prova a forzarle al quarto d’ora correndo da casello a casello, dalla propria tre quarti all’area piccola avversaria: una rincorsa impressionante che si conclude con un cross pericolosissimo che la Juve si affanna a mettere in angolo.

Gli risponde Krasic con un’azione personale da fuoriclasse: dribbling a ripetizione prima di un gran tiro messo in angolo da Julio Cesar.

E’ un bel secondo tempo, anche più piacevole del primo: Quagliarella conclude alto su inserimento di Del Piero (appena entrato) poi è Maicon a fallire un colpo di testa da due passi: sulla sua debolissima deviazione Storari salva il risultato e la stessa cosa fa Julio Cesar, costretto a respingere in angolo un’angolatissima conclusione di Quagliarella, protagonista di un vivacissimo contropiede.

Quanto la partita comincia a perdere in ritmo e rapidità di manovra si aprono spazi in più: su uno di questi Milito fa un capolavoro. Lanciato sul filo del fuorigioco da Cambiasso il principe aggancia il pallone e conclude con un meraviglioso movimento a elastico… palla fuori di un nulla. E’ l’occasione più bella dell’Inter e non basta a definire stretto un pareggio che sembra giusto, e che la Juventus si è pienamente guadagnato.

Per l’Inter, un punto nelle partite contro Roma e Juventus e un infortunato in più nella lista della Clinica Pinetina, la conferma che questo campionato viaggerà su altri equilibri rispetto agli ultimi due.

Dopo la Sesta partita di Calcionato ecco la Classifica:

1 Lazio 13
2 Inter 11
3 Napoli 11
4 Milan 11
5 Chievo 10
6 Brescia 9
7 Juventus 8
8 Palermo 8
9 Catania 8
10 Genoa 8
11 Bari 8
12 Lecce 8
13 Cagliari 7
14 Sampdoria 7
15 Bologna 7
16 Cesena 7
17 Fiorentina 5
18 Parma 5
19 Roma 5
20 Udinese 4

Articolo preso da Eurosport.

Calcio, Serie A: Napoli-Roma 2-0, Ranieri: “Non riusciamo a ritrovarci”

3 ottobre 2010 2 commenti

“Totti bene nel primo tempo, nella ripresa non è stato aiutato”

Ancora una sconfitta esterna in campionato per la Roma di Claudio Ranieri. La tendenza negativa di questo inizio stagione si conferma anche a Napoli (0-2): Roma sempre ko in trasferta. “Non riusciamo a ritrovarci come l’anno scorso quando, dopo un periodo di rodaggio, siamo usciti prepotentemente”, spiega il tecnico giallorosso alla Rai. Dopo i ko di Cagliari, Monaco e Brescia, ancora un campo stregato per la Roma. “Volevamo iniziare a far bene fuori casa e infatti nel primo tempo abbiamo giocato una buona gara. Abbiamo provato a vincere in due o tre circostanze, poi siamo arretrati e abbiamo preso il gol. Ma per un’ora è stata una buona gara”. Il cambio del modulo, da 4-4-2 al 3-5-2, non è stato un problema. “Viste le assenze non avevo esterni – precisa Ranieri – e mi sembrava quindi logico questo schieramento che l’anno scorso, proprio qui a Napoli, aveva funzionato. Cambio spesso modulo e le chiacchiere su questo argomento non mi interessano”. Resta il problema dei gol subiti, l’anno scorso seconda miglior difesa e oggi già 11 gol subiti la Roma. “Dobbiamo essere più cattivi e determinati”. E su Totti, rimasto in campo fino alla fine, Ranieri si dice soddisfatto: “Nel primo tempo, quando abbiamo accompagnato tutti l’azione, è andato bene. Nella ripresa ha avuto più difficoltà”.

Articolo preso da Sport Virgilio.

Serie A, Parma-Milan 0-1: A Parma decide Pirlo, il Milan è in vetta

2 ottobre 2010 Lascia un commento

I rossoneri passano di misura al Tardini (1-0): gol capolavoro del regista che segna la partita con un tiro dalla distanza. Ibrahimovic perde il duello personale con un Mirante da Nazionale, i crociati escono solo in un convulso finale.

Basta ancora un solo gol. Ma questa volta non è Ibrahimovic a togliere le castagne dal fuoco al Milan. Al Tardini, nell’anticipo serale della sesta giornata di Serie A, ci pensa Pirlo con una rete da cineteca ad affossare il Parma. E l’impressione è che nelle pieghe di questo 1-0 ci sia molto di più. Non solo la vetta della classifica, riconquistata con 11 punti in attesa dei match della domenica. Ma anche una prestazione più completa rispetto alle precedenti. Oltre a Ibra c’è di più, verrebbe da dire. Non è un caso che questa sia la quinta partita di fila nella quale i rossoneri non segnano più di un gol e non perdono.

IBRA TITOLARE, PATO IN PANCHINA – Massimiliano Allegri ritrova Pato dopo l’infortunio rimediato nel debutto in Champions contro l’Auxerre, ma lo porta soltanto in panchina. Si torna comunque al tridente, con Robinho, Ibrahimovic e Ronaldinho, nuovamente titolare dopo i 90’ di panchina ad Amsterdam. Ma Dinho va a muoversi alle spalle degli altri due, quindi il modulo è un 4-3-1-2 e non un 4-3-3. A centrocampo Pirlo viene affiancato da Gattuso e Seedorf, mentre in difesa gioca ancora Zambrotta. Pasquale Marino, privo degli infortunati Galloppa, Paloschi e Giovinco, ritocca il 4-3-3 e passa al 4-2-3-1 con Candreva, Marques e Angelo (alla prima da titolare) dietro a Crespo.

PIRLO FA IL CINEMA – Il Milan parte con l’approccio giusto, trascinato da un Ibrahimovic che dimostra ancora di intendersi a meraviglia con Seedorf. Lo svedese ci prova già al secondo minuto e soprattutto al 16’, quando a lanciarlo in porta è Robinho. Mirante però salva la baracca. Del Parma arrivano comunque soltanto un paio di squilli dalle parti di Abbiati, specie al 12’ quando Crespo cicca una buona occasione da rete e va giù chiedendo il rigore per un mezzo intervento di Nesta. L’arbitro fa correre. E il Milan sblocca al 26’, con un gol da cineteca di Pirlo, che batte Mirante con un destro dai 30 metri. Il Parma non reagisce e allora entra in scena Ibrahimovic. Ma lo svedese non riesce a servire la mazzata. Perché tra 28’ e 37’ Mirante gli dice no in quattro clamorose occasioni (tre parate in serie nella seconda circostanza). Antonini potrebbe mettere il secondo nel finale, però il Parma tiene.

DINHO SPRECA, PARMA PROTESTA – Nel secondo tempo Marino non fa nemmeno rientrare in campo il deludente Candreva, sostituito da Valiani. Al 51’ se ne va anche Morrone per infortunio, rimpiazzato da Dzemaili. Il Parma tarda a ridisporsi in campo e il Milan fa il vuoto passando al 4-4-2 con Robinho largo a destra. Tanto possesso palla che addormenta il match. Ma senza la stoccata, dato che Mirante fa un’altra prodezza su un Ronaldinho che va un po’ a strappi. Si va alle battute finali, con Marino che finisce i cambi inserendo anche la seconda punta Bojinov (al posto di Angelo). Al 70’ Allegri perde Antonini per infortunio (contrasto aereo proprio con Bojinov) e mette in un colpo solo Abate e Pato, che va al posto di un Robinho un po’ così. E la partita gira. Perché il Parma si lancia in attacco alla disperata e mette alle corde il Milan, che fatica con Abate su Marques. Al 74’ si scalda l’atmosfera. Lo spagnolo va via al terzino rossonero e poi cade in area. Il Tardini protesta, il dg crociato Leonardi viene espulso dalla panchina. Ma non sembrano esserci gli estremi del penalty, così come successivamente su un’uscita di Abbiati su Crespo. Dubbio, invece, un intervento di Thiago Silva su Paci. In altre parole è bolgia. Il Parma ci prova, Ronaldinho fallisce un clamoroso match-point a dieci dal termine e tutto resta in ballo sino al 95’. Finisce 1-0 per il Milan. I rossoneri escono da vincitori al triplice fischio di una partita che ha messo in mostra tutti i volti della squadra di Allegri: bella, sprecona ma anche capace di soffrire e vincere. E, almeno per questa notte, è di nuovo vetta.

Parma (4-2-3-1): Mirante 7; Zaccardo 5, Paci 5, A.Lucarelli 5, Antonelli 6; Angelo 6, Gobbi 5.5; Morrone 6, Candreva 5.5, Marques 6.5; Crespo 6. Valiani 6 Dzemaili 6 Bojinov 5.5 All.: Marino 5.5

Milan (4-3-3): Abbiati 6; Zambrotta 6, Nesta 6.5, Thiago Silva 6.5, Antonini 5.5; Gattuso 6.5, Pirlo 8, Seedorf 6.5; Robinho 5, Ibrahimovic 7, Ronaldinho 6 Pato 6 Abate 6 Boateng 6 All.: Allegri 7

Arbitro: Orsato di Schio 6

Articolo preso da Eurosport

Serie A: 6^ Giornata di Campionato

2 ottobre 2010 Lascia un commento

Sabato 2 Ottobre 2010:
18:00 Udinese-Cesena
20:45 Parma-Milan

Domenica 3 Ottobre 2010:
12:30 Lecce-Catania 1-1
15:00 Lazio-Brescia 1-0
15:00 Bologna-Sampdoria 1-1
15:00 Chievo-Cagliari 0-0
15:00 Fiorentina-Palermo 1-2
15:00 Genoa-Bari 2-1
15:00 Napoli-Roma 2-0
20:45 Inter-Juventus

Classifica Serie A dopo 5^ Giornata

Classifica Marcatori Serie A dopo 5^ Giornata

Grazie a legaseriea.it

All’Olimpico la Roma vince l’anticipo serale di Serie A: finisce 1-0

25 settembre 2010 3 commenti

Roma-Inter 1-0

Orgoglio: era questo il tema conduttore che ci aveva accompagnato all’Olimpico prima della partita: “Devono giocare come se fosse l’anno scorso” dice il tassista scaricando il cronista all’imbocco di viale dei Gladiatori.

“Li voglio vedè con la bava alla bocca”, fa eco un tifoso all’ingresso della Monte Mario.

Brescia è alle spalle. E forse anche le vicende di arbitri, situazione societaria, problemi di spogliatoio (probabili), ingerenze esterne (possibili): la Roma scende in campo accettando la sfida garbata che Benitez gli aveva offerto prima della partita. Pensiamo a giocare a pallone.

Accantonate le chiacchiere, riposto il distintivo, che si giochi sul serio: e pur senza offrire momenti di divertimento indimenticabile, Roma e Inter se la giocano, colpo su colpo, dimostrando di essere sulla strada giusta. Quella di un gruppo che si sta compattando (la Roma), quella di una squadra che sta progressivamente alzando il suo livello di gioco. E che in questo momento non ritiene necessario strafare.

Il primo tempo procede a sprazzi e a fiammate con diverse accelerazioni sia da una parte che dall’altra: ma tanto la Roma quanto l’Inter sembrano faticare negli ultimi sedici metri. Bellissime un paio di azioni che trovano Totti, su un fronte, e Maicon, sull’altro, prontissimi a incunearsi nella tre quarti offrendo spunti preziosi: ma Borriello e Milito faticano a finalizzare. E finiscono anche loro per girare larghi, cercando spazio al di fuori degli undici metri. Di conseguenza né Lobont né Julio Cesar corrono grandi rischi. La Roma protesta per un’entrata davvero pericolosa di Lucio su Borriello in piena area: sarebbe calcio di punizione indiretto per gioco pericoloso. E invece si continua. Ma il patto è ormai scritto: pensiamo a giocare a calcio.

L’iniziativa è spesso riservata a singoli e individualità: Stankovic cerca la porta con una certa insistenza anche da posizioni improbabili, Maicon testa il corridoio preferito affacciandosi con sempre maggiore insistenza con il passare dei minuti. Mentre Pizarro si offre nel primo tempo trascinando nella ripresa anche Menez, almeno inizialmente piuttosto abulico. Quando il francesino si mette in testa di saltare l’uomo di turno (quasi sempre Chivu), la Roma si fa pericolosissima: come ad esempio in avvio di ripresa.

E’ proprio in questo momento del match che la Roma sembra rispondere alle aspettative: e sembra davvero la squadra dello scorso anno: con un po’ meno consistenza e un po’ di confusione in più. Ma con quello stesso orgoglio che l’aveva portata a giocarsela fino alla fine, e quasi a vincersela.

L’Inter soffre, si concede un paio di ingenuità clamorose e rischia grosso quando al 62’ Julio Cesar sbaglia rinvio e concede un calcio di punizione a due da pochi metri che Totti spara alto.

Benitez, quando al 66’ toglie Milito per Muntari, persegue due scopi: dare più spazio a Eto’o e aggredire con maggiore efficacia Menez. La Roma si ferma qui.

Ma anche le mosse successive, Coutinho per Pandev e Vucinic per Totti (che lascia il campo senza cedere la fascia di capitano né passare dalla panchina), non cambiano una situazione di sostanziale equilibrio che l’ultima zampata di Eto’o (slalom e gran tiro respinto da Lobont) non va a intaccare.

Finisse 0-0 sarebbe persino giusto: anche perché Ranieri e Benitez, dalla panchina, sembrano mandare chiari segnali che un punto sia cosa buona e giusta per entrambi. Ma l’individualità che non era bastata a cambiare la partita si palesa a tempo scaduto: cross splendido di De Rossi e gran colpo di testa di Vucinic che si nasconde alle spalle di Lucio e insacca con una girata meravigliosa. La capolista cade a Roma, e sembra quasi che sia l’anno scorso.

Anche se la strada da fare resta comunque parecchia, per entrambe.

Articolo preso da it.eurosport.yahoo.com

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Anticipo di Campionato: Milan-Genoa

25 settembre 2010 2 commenti

STREAMING MILAN-GENOA

Milan-Genoa 1-0

Partita importante per il Milan a San Siro contro il Genoa, quella che si gioca oggi alle 18,00. Per i rossoneri è fondamentale vincere. Per i liguri anche un pareggio sarebbe un risultato positivo. Certo che è incontro più equilibrato del previsto. Soprattutto se il Milan non risolve le sue carenze difensive. Milan che dovrebbe schierare un classico 4-3-3. In porta Abbiati. Difesa composta da Zambrotta, Nesta, Thiago Silva e Antonini. A centrocampo Gattuso, Pirlo e Boateng. Non ci sarà Seedorf, destinato alla panchina. Potrebbe però giocare al posto di Gattuso anche Flamini. In attacco il tridente Inzaghi, Ibrahimovic e Ronaldinho. Si farà ancora sentire la mancanza di Pato?

Il Genoa è chiamato a mostrare tutte le sue qualità in un campo difficile come il Meazza. Lo farà con Eduardo tra i pali. In difesa Chico, Dainelli, Ranocchia e Criscito. A centrocampo Rafinha, Veloso e Rossi. Reparto offenisivo composto da Mesto, Toni e Palacio. Soprattutto Luca Toni potrebbe trovare quelle motivazioni per fare una grande partita. Ma resta comunque un match che potrebbe dire tanto del futuro di queste due squadre. Match che si deciderà probabilmente a centrocampo e che dovrà vedere se Pirlo è ancora in grado di fare il direttore d’orchestra e essere quel metronomo indispensabile, come è sempre stato per i colori rossoneri.

Articolo preso da ilsussidiario.it